Talvolta l’unica verità che le persone sono in grado di affrontare è quella con cui si svegliano in quella particolare mattina. E stamattina, come ogni giorno, io mi sono svegliato con il mio dolore. Quindi fatemi il favore di non incasinarlo.Titolo: Dopo di lei
Titolo originale: How to talk to a widower
Autore: Jonathan Tropper
Traduttore: S. Caraffini
Editore: Garzanti
Data di uscita: 9 settembre 2009
Genere: Fiction & Literature
Pagine: 334
ISBN: 9788811681540
Link acquisto Amazon
Link acquisto Mondadori
TRAMA:
Stravaccato sul divano, addormentato per metà, ma ubriaco per intero, intento a non fare nulla tutto il giorno: è questa l’occupazione principale di Doug Parker, ventinove anni, da quando ha perso la moglie Hailey, precipitata con un aereo in Colorado. Doug non ne vuole sapere di riprendere a scrivere la rubrica per il suo giornale, dedicata ai pettegolezzi di Hollywood, e lo irritano tutte le attenzioni della gente, tranne forse quelle della sensuale vicina di casa che ogni giorno gli porta una fetta di polpettone. Sta bene così: chiuso in casa con la sola compagnia della bottiglia di whisky. Ma la vita ha altri piani per lui: Russ, sedici anni, figlio di Hailey, nato dal suo precedente matrimonio. Dalla morte della madre, è finito in cattive acque: non va a scuola, fuma erba a tutt’andare, ruba e si azzuffa di continuo. Non lo ammetterà mai, ma ha un disperato bisogno di qualcuno che gli insegni a vivere. E quel qualcuno può essere solo Doug. E poi, come se non bastasse, ci si mette anche Claire, che un bel giorno lascia il marito e si presenta incinta a casa di Doug, suo fratello, determinata a rivoluzionargli la vita. Sulle tracce di Russ che si caccia in un guaio via l’altro, Doug cercherà disperatamente di costruire un rapporto con lui, mentre la sua famiglia andrà allegramente fuori di testa. Salutato dalla critica e dal pubblico come il nuovo Nick Hornby, Jonathan Tropper ci regala una storia fatta di gioia e di dolore, di fraintendimenti e di situazioni imprevedibili, di ironia e divertimento, sorprendente e lontana dai luoghi comuni, come la vita. Dopo di lei è un romanzo su come trovare la propria strada, anche se non si ha assolutamente idea di dove si voglia andare.
L’autore:
Jonathan Tropper
Jonathan Tropper
Jonathan Tropper, scrittore e sceneggiatore, vive con la moglie e i tre figli vicino a New York, nel Westchester, dove insegna scrittura al Manhattanville College. Per Garzanti ha pubblicato i romanzi "Dopo di lei", "Tutto può cambiare" e "Portami a casa".
"Dopo di lei" di Jonathan Tropper, perché non l’ho letto prima?
Un autore scoperto per caso che mi ha conquistata con il primo libro letto e di cui, ovviamente, mi sono procurata subito gli altri.
Il protagonista è Doug, vedovo ventinovenne che nella vita sembra aver combinato poche cose. Autore di una rubrica di pettegolezzi per un giornale, vive nella commiserazione e nel dolore per la perdita prematura di sua moglie, Hailey, morta in un incidente aereo, a pochi anni dal matrimonio.
Crogiolandosi nel suo dolore, rifiutando ogni tentativo delle persone intorno a lui di aiutarlo a riprendere in mano la propria vita, comincia a tenere una rubrica, intitolata “Come parlare a un vedovo”, in cui racconta senza mezzi termini e senza filtri la sua nuova condizione di giovane vedovo, a cui nessuno sa davvero come rivolgersi.
Intorno al protagonista prendono vita i personaggi secondari: il suo figliastro, Russ, un sedicenne che soffre per la perdita di sua madre ma che non sa come sfogare la sua pena, che conduce un’adolescenza sbandata e poco promettente; sua sorella gemella, Claire, dispotica, aggressiva e diretta, che lo mette di fronte alla realtà in modo duro e crudo; sua madre, dedita al vino più di qualunque altra cosa, fredda e schiva, ma che sa dare sfogo della sua saggezza nei momenti più impensabili; suo padre, malato da tempo che spesso non ricorda nulla di ciò che è accaduto alla sua famiglia, che torna a essere quello di un tempo, a tratti, mostrando il suo grande cuore, più di quanto non abbia fatto in passato.
Personaggi che mostrano la loro fragilità in modi diversi, terribilmente umani e imperfetti, che diventano subito parte di te.
Un romanzo che sa come commuoverti, ma che il capitolo dopo ti strappa un sorriso. Una scrittura che mescola il dramma al sarcasmo, che ci mostra i protagonisti nella peggiore condizione, protagonisti che non anelano alla felicità, ma che sanno che la loro vita sarà dura e difficile e che ci saranno giorni felici, alternati da giorni bui, in cui affogheranno le loro delusioni e la loro sofferenza nell’alcol e nella solitudine, ma che non potranno che essere amati da lettore.
Ho letto pareri discordanti sulla scrittura di Tropper, per quanto mi riguarda l’ho adorata. Il suo linguaggio diretto e senza freni ti prende senza dubbio e non ti fa abbandonare la lettura, nonostante nel romanzo non si verifichino grandi colpi di scena, ma si limita a narrarci la vita di questi personaggi talvolta bizzarri, ma decisamente naturali, che reagiscono agli eventi in modo soggettivo e mai irreale. Ed è proprio così che voglio vedere i protagonisti di un romanzo del genere: vulnerabili, fragili, che cadono e che tentano di rialzarsi, ma a volte la caduta è rovinosa e rialzarsi una volta, un giorno o più, non rimetterà a posto le cose.
Il protagonista sa e ammette che nulla andrà mai per il verso giusto, si limita a sopravvivere e ad accettare i giorni buoni, cercando di superare al meglio delle proprie possibilità quelli brutti.
Intelligente la scrittura di Tropper, a tratti furba: sa come presentarci la scena in modo drammatico, tanto da creare empatia nel lettore, ma sa come non farci pesare la cosa in modo insopportabile. Crea dispiacere per la sorte dei suoi personaggi, ma non compassione: sentiamo il loro dolore, ce ne facciamo carico, certo, ma veniamo sollevati dagli intermezzi ironici e pungenti che movimentano la lettura e che non trasformano un romanzo in un dramma pieno di lacrime inconsolabili.
A mio modesto parere questo è un libro, un vero libro, in cui ci sono tutti gli elementi per una storia ben riuscita, senza dimenticare la scrittura coinvolgente e diretta dell’autore.
Un libro che parla di una storia, non di una storia d’amore, ma di una storia vera e densa di significati. La storia di un uomo distrutto che arranca, che cerca di tirarsi su ma che in realtà non è sicuro di volerlo, che allontana da sé l’idea di felicità, ma che allo stesso tempo riesce a gioire anche involontariamente delle piccole cose quotidiane. La storia di una famiglia un po’ atipica, che in realtà potrebbe essere la famiglia di ognuno di noi.
Nessun commento:
Posta un commento